DA DOMENICA 16 A DOMENICA 23 GIUGNO
ORARIO: da lunedì a venerdì, mattino 9.30-12.30, pomeriggio 16.00-19.00,
sabato, mattino 9.00-13.00, pomeriggio 15.00-24.00
domenica, mattino 9.00-12.30
COSTRUIRE RESILIENZA di Giulio Di Meo
VISITATE la mostra “Costruire resilienza” di Giulio Di Meo, a cura di Arcs Culture Solidali
Un viaggio fotografico in Senegal dalle periferie urbane ai villaggi del Sahel alla scoperta dei luoghi in cui è stato realizzato il progetto PONTI, attraverso le storie dei suoi protagonisti: giovani e meno giovani, donne e uomini, studenti, imprenditori, agricoltori, pescatori, artisti.
Un viaggio fotografico in Senegal dalle periferie urbane ai villaggi del Sahel alla scoperta dei luoghi in cui è stato realizzato il progetto PONTI, attraverso le storie dei suoi protagonisti: giovani e meno giovani, donne e uomini, studenti, imprenditori, agricoltori, pescatori, artisti.
Un ricco partenariato mobilitato per il rafforzamento della
resilienza delle comunità a forte rischio migratorio e la promozione del
ruolo “ponte” delle diaspore, così nasce il progetto PONTI, coordinato
da ARCS Culture Solidali con il coinvolgimento di ONG (Organizzazioni Non Governative) italiane e
internazionali, associazioni delle diaspore, organizzazioni di base e
istituzioni locali, cooperative e GIE (Gruppi di Interesse Economico) in Etiopia e Senegal.

Insieme a istituzioni locali e nazionali, giovani operatori del
sociale e artisti, si è puntato inoltre a migliorare il dialogo tra le
organizzazioni della società civile e le istituzioni e a sviluppare
attraverso diversi strumenti di comunicazione una riflessione comune per
parlare di opportunità, sviluppo locale, cooperazione e migrazioni
ATTRAVERSO I NOSTRI OCCHI di Nicoletta Novara
Raccontare dall’interno il campo profughi costruito sull’isola di
Samos, in Grecia: questo è l’intento del progetto fotografico
“Attraverso i nostri occhi”.
Realizzato da Nicoletta Novara, insegnante di fotografia con Nicolò Govoni, co-fondatore dell’ONG Still I Rise e autore del libro Bianco Come Dio.
Dietro l’obiettivo della macchina fotografica, forse per la prima volta, non ci sono giornalisti o fotoreporter, ma i ragazzi e le ragazze che nell’hotspot vivono da mesi. I giovani fotografi sono studenti e studentesse di Mazí, la scuola aperta dalla ONG Still I Rise
per offrire ai minori rifugiati un’occasione unica di educazione alla
resilienza, attraverso l’attività didattica e la formazione
psicosociale.
A partire dal mese di dicembre 2018, gli studenti hanno partecipato
al laboratorio di Fotografia di Mazí, condotto da Nicoletta Novara e
articolato in 7 moduli: storia della Fotografia, ritratto, movimento,
utilizzo della luce, bianco e nero, street photography ed editing.
Al termine dei moduli formativi, ogni studente ha ricevuto una Kodak usa e getta a colori,
con il compito di raccontare la propria vita al di fuori della scuola.
Il risultato finale è una mostra di circa 200 scatti a colori, stampati
in formato 10×15, frutto della personale rielaborazione degli studenti
dei concetti di fotografia appresi durante il corso.
“Attraverso i nostri occhi” svela così, in modo intimo e disarmante, le difficoltà che
i ragazzi e le ragazze dagli 11 ai 18 anni si trovano a dover
fronteggiare ogni giorno nel campo profughi di Samos. Le immagini
mostrano la spazzatura che si erge a cumuli, attorno a container
allagati dalle piogge. Imprimono sulla carta stanze squallide,
danneggiate e sporche, che i ragazzi cercano di abbellire anche solo con
qualche luce colorata.
Portano alla luce la popolazione felina del campo e la speranza che
possa contrastare i ratti, che affollano l’area in cui vivono –
ammassate – migliaia di persone.
Mostrano i bagni comuni e la loro indecenza. Raccontano le proteste della
popolazione rifugiata nei confronti della gestione del campo.
Fotografano il cibo che viene servito nel campo e le interminabili ore
di coda necessarie per ritirarlo. Mostrano le donne in paziente attesa
d’una visita medica, talvolta anche per quattordici ore.
Eppure, gli studenti hanno consegnato anche fotografie di speranza. Scatti che narrano di un mare bellissimo, delle colline e degli alberi sull’isola di Samos e che raccontano l’entusiasmo nella scoperta dell’Europa e della nostra cultura.
«L’hotspot di Samos sembra lavorare sul filo sottile
dell’annientamento umano, piuttosto che sul fronte dell’accoglienza. I
nostri studenti combattono ogni giorno una battaglia personale di resistenza contro
un sistema che non li percepisce come esseri umani in una condizione di
fragilità quanto piuttosto come una entità scomoda e non degna di far
parte della società civile», spiega Nicoletta Novara.
«A Mazí abbiamo usato la fotografia per restituire loro la prima
persona singolare. Non volevamo che qualcun altro parlasse per loro, ma
abbiamo cercato di comprendere meglio – attraverso i loro occhi – la
condizione di rifugiato. I nostri studenti ci hanno sorpreso e stupito
con le fotografie realizzate facendoci capire quanto sia dura la loro
quotidianità, ma anche il fatto che non abbiano perso la capacità di
riconoscere la bellezza».
“Attraverso i nostri occhi” è una raccolta di istantanee di vita vera,
di giornate, di code, di tramonti, di sogni, di lotte e di incontri, di
scontri e di speranze. Una mostra che diventa il modo più concreto e
tangibile per posare lo sguardo su una realtà, che deve per forza –
quanto prima – uscire dall’oscurità.
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Sostituisce l'esposizione di Arte Africana a cura del prof. Jean Claudie Lafaje
Sostituisce l'esposizione di Arte Africana a cura del prof. Jean Claudie Lafaje

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