8 gennaio 2012

Tempi che cambiano: gli stranieri danno lavoro agli italiani

Un indagine del Cnel sul profilo dell'imprenditorie straniero in Italia, realizzata su circa duecento imprenditori "non cittadini" ha dato interessanti risultati. Ne emerge che lo straniero che si mette in proprio lo fa per essere autonomo, guadagnare di piu' e valorizzare le proprie capacita'. Nella maggior parte dei casi, e' titolare dell'impresa nella quale impiega circa 5 addetti, prevalentemente italiani. In generale, dunque, gli imprenditori stranieri sono ben integrati con le piccole imprese italiane, sono motivati e propensi al rischio e soprattutto hanno voglia di crescere. 
L'imprenditore straniero e', in media,  giovane, ha 40 anni e in media più' figli rispetto al collega italiano, una discreta formazione scolastica (oltre 12 anni di studio nel paese d'origine), vive in Italia da 18 anni, dove e' arrivato a causa delle cattive condizioni economiche nel paese di origine.

Secondo quanto si deduce dallo studio, la maggior parte degli immigrati imprenditori (67%) ha messo su un'impresa autofinanziandosi grazie a un lungo periodo di lavoro come dipendente. La maggior parte degli imprenditori immigrati, poi, considera il rapporto con gli italiani piu' importante rispetto alle relazioni con i connazionali e con i familiari. Clienti e fornitori sono soprattutto italiani (con differenze significative a seconda dei comparti), cosi' come lo sono i consulenti cui si rivolgono (fiscali, contabili e in materia di sicurezza e igiene). Sul fronte dell'occupazione, il 22,2% degli intervistati propende ad assumere personale italiano. 

Maggiori dettagli sullo studio possono essere trovati sul sito del Cnel, Consiglio nazionale dell'economia e delle ricerche.

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